Scuole, collezioni, musei

Solitamente avviene che le scuole vedano i Musei come luoghi dove fruire delle collezioni. In realtà può essere anche il contrario, le scuole possono essere viste dai Musei come luoghi di fruizione di un patrimonio che, a prescindere dalla sua collocazione fisica, appartiene a tutta la collettività. La scuola va al Museo, e il Museo va a scuola.

In alcuni Istituti è accaduto che si siano formate collezioni didattiche grazie a docenti ‘sul campo’, ovvero insegnati che hanno favorito uscite sul territorio con gli studenti, durante le quali son stati rinvenuti manufatti o fossili, o che per conto proprio hanno portato a scuola ciò che avevano rinvenuto in autonomia.

Tutto questo ha permesso di costituire raccolte tematiche messe poi a disposizione della scuola tutta. E così i corridoi si sono riempiti di vetrine, di oggetti, di didascalie e di pannelli; si sono riempiti però anche di studenti che, accompagnati a visitare da vicino le testimonianze del passato appena lette sui libri o rinvenute da loro stessi, approfondivano e approfondiscono i temi, specie di storia locale, senza dover uscire dalla scuola. Cosa che in questi due anni di pandemia ha assunto un valore quasi salvifico.

Nel nostro Valdarno, in particolare, possiamo citare le collezioni didattiche paleontologiche e archeologiche dell’Istituto Comprensivo di Bucine e l’Istituto Comprensivo Giovanni XXIII di Terranuova Bracciolini.

Con entrambi gli Istituti il Museo ha avviato collaborazioni didattiche e scientifiche che possono testimoniare come sia importante l’integrazione di competenze e l’ottica di rete territoriale e come il ruolo educativo del patrimonio e al patrimonio sia affare sia delle scuole che dei Musei.

Una lavagna sulla quale sono segnati i nomi dei ragazzi a cui sono affidati i lavori da svolgere per gruppi tematici

La collezione didattica della scuola di Bucine si è costituita a partire dal 1976 grazie ai rinvenimenti fossili del Prof. Sandro Sacconi, a cui si sono aggiunti quelli dei singoli cittadini sempre nella zona di Bucine. Talvolta si trattava di nonni che, lavorando i campi, rinvenivano materiale e lo ‘donavano’ alla scuola del nipote, seppure impropriamente, ovvero compiendo una azione illegale. Sì, perché tutto ciò che viene rinvenuto nel sottosuolo appartiene allo Stato, e toglierlo dal suo luogo di ritrovamento equivale a creare un danno e a impoverirlo, dal punto di vista scientifico, dei suoi dati di contesto e della possibilità di datazione e correlazione con altre testimonianze del passato. Vale la pena sempre ricordare la norma: il rinvenimento archeologico o fossile va subito segnalato alla Soprintendenza o ai Carabinieri, evitando rimozioni improprie.

Ebbene, le raccolte della scuola di Bucine, oggi finalmente catalogate in maniera adeguata e formalmente depositate presso la scuola (Spadini V. et al., 2019), sono oggetto di una revisione nel loro allestimento a cui partecipa anche il Museo Paleontologico, che ha messo a disposizione le proprie competenze museografiche perché l’atrio possa accogliere i reperti in maniera rinnovata e narrativamente più adeguata.

Il Museo è andato a scuola, offrendo supporto e competenza per la valorizzazione di una collezione tematicamente affine alla propria.

La stessa cosa è accaduta con l’Istituto Comprensivo Giovanni XXIII di Terranuova Bracciolini.

Anche in questo caso le raccolte si sono formate dalle ricognizioni degli studenti per le campagne limitrofe alla scuola, accompagnati da docenti come il prof. Carlo Fabbri o Giuseppe Tartaro, per citare i più vicini all’Accademia Valdarnese del Poggio. Migliaia di studenti, in decine di anni, hanno ammirato quei fossili negli androni, se li sono sentiti raccontare, li hanno studiati, li hanno oltrepassati in maniera disinteressata come fossero scaffali di casa, ma assorbendone i significati. Molti ancora saranno stati i protagonisti delle passeggiate lungo i campi nell’ora di storia, a caccia di tracce del passato lontano.

A Terranuova, Museo e docenti hanno coprogettato un percorso pluriennale mirato al diretto coinvolgimento degli studenti per la catalogazione del materiale fossile della scuola e la revisione dell’allestimento, perché rispondesse meglio alle esigenze conoscitive e sviluppasse il suo potenziale narrativo anche attraverso l’uso della tecnologia. L’elemento della partecipazione in questo caso è stato lo strumento di lavoro privilegiato e fondamentale. 

La revisione dell’allestimento ha trovato uno stop definitivo con la pandemia e con nuove necessità legate alla sicurezza degli ambienti scolastici. Per questo, in accordo con la Soprintendenza che detiene la titolarità di quei beni, si è deciso di ricoverare la collezione al Museo Paleontologico di Montevarchi.

Un macchina fotografica che ha fotografato un reperto litico rinvenuto nel territorio del Valdarno superiore

Il Museo è andato a scuola, offrendo supporto e competenza per la valorizzazione di una collezione tematicamente affine alla propria; ma la collezione è poi finita al Museo, in una dinamica di supporto reciproco tra Istituzioni per il bene del patrimonio culturale del territorio. 

Le esperienze sulle collezioni didattiche fossili delle scuole del Valdarno ci suggeriscono alcune riflessioni.

La prima è che Musei e scuole si devono considerare insieme nell’educare le nuove generazioni al patrimonio culturale, attraverso quello stesso patrimonio.

La seconda è che questo si può fare privilegiando la partecipazione degli studenti, coinvolgendoli direttamente perché si affezionino e sviluppino senso di responsabilità.

La terza è che sempre di più è strategico integrare le competenze in ottica di coprogettazione tra esperti e docenti, tra istituzioni museali, scolastiche e di tutela.

Musei, istituti scolastici e organi di tutela possono e devono collaborare per la corretta valorizzazione di un patrimonio che appartiene a tutti, che è fruito da alcuni e che intercetta le generazioni più giovani, il futuro della nostra società.

Bibliografia:

Spadini V, Wierer U., Roncaglia G., Mazza P., La raccolta didattica dell’Istituto Comprensivo ‘Alessandro Manzoni’ (Bucine, Arezzo): lettura e valorizzazione del patrimonio paleontologico di Bucine e del territorio limitrofo, in ‘Memorie Valdarnesi’, serie IX- Fascicolo IX. Montevarchi, 2019

Elena Facchino

Elena Facchino

Direttrice del Museo Paleontologico

Condividi:

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp

Post correlati

Il Valdarno e i suoi ponti

La lunga storia del paesaggio fluviale Chiunque attraversi il territorio del Valdarno Superiore, sia in auto che col treno, si trova a viaggiare sopra o

Musei spazi di dialogo e incontro

17-20 ottobre 2023, Pavia, XXXII Congresso dell’Associazione Nazionale Musei Scientifici, dedicato a ‘Diversità come identità. Culture, pubblici e patrimoni nei musei scientifici’. Un tema ambizioso,

Museo Paleontologico Montevarchi

Via Poggio Bracciolini, 36/40
52025 Montevarchi (AR)
Tel: +39 055/981227 – 055/981812
paleo@accademiadelpoggio.it

Vai al sito:

In collaborazione con:

Comune di Montevarchi

Sponsor: