Il Museo

Un sorprendente viaggio nel tempo

Il Museo Paleontologico di Montevarchi, nato all’inizio del XIX secolo in seno all’Accademia Valdarnese del Poggio e collocato nei locali rinascimentali del chiostro di San Lodovico, è stato riaperto nel 2014 in un nuovissimo allestimento che unisce la valorizzazione del suo contesto architettonico e l’impostazione espositiva rivolta a tutte le categorie di pubblici. La collezione conta oltre 3000 reperti, in gran parte provenienti dal Valdarno superiore e di età plio-pleistocenica (dai 3 milioni di anni ai 200.000/100.000 anni).

L’emblema del museo è il cranio completo delle sue gigantesche difese di Mammuthus meridionalis, una specie di elefante scomparsa circa un milione di anni fa, che accoglie il visitatore all’ingresso. La Collezione si svolge su due piani, organizzati nelle sale intorno al chiostro di San Lodovico.
Pur mantenendo il legame visuale con gli ambienti e i supporti ottocenteschi, le collezioni sono distribuite in vetrine tematiche, nelle quali accanto ad ogni reperto sono posti pannelli informativi che collocano quest’ultimo sia nel tempo sia nel suo ambiente naturale. La visita è dunque un vero viaggio nel tempo nel Valdarno della preistoria.

Tra i resti fossili si distinguono quelli vegetali, tra i quali pezzi di tronco, foglie, frutti e semi. Oltremodo significativi i reperti fossili animali: mastodonti, tapiri, rinoceronti, bovidi primitivi e orsi neri primitivi tipici della prima fase (Pliocene) del Valdarno superiore (miniera di lignite della S. Barbara, Castelnuovo dei Sabbioni). Per la seconda fase sono importanti i resti dell’elefante meridionale, delle “tigri” dai denti a sciabola, delle iene giganti nonché di numerose altre specie di erbivori e carnivori. Tra quest’ultimi emerge il Canis etruscus, canide dalle abitudini simili a quelle dei licaoni africani attuali, il cui cranio è il “tipo”, ovvero il primo fossile su cui uno studioso ha definito una nuova specie.
Dalla fase cronologica più recente provengono le testimonianze di antiche comunità preistoriche di cacciatori-raccoglitori che popolarono il Valdarno intorno a 200.000 anni fa. Sono esposte copie di selci ancora immanicate che servirono per macellare gli elefanti del tempo.
La collezione include calchi di crani di specie umane preistoriche, ideale ponte verso la sezione archeologica, che comprende reperti valdarnesi di età etrusca e romana.