Dal 2017 l’Accademia Valdarnese del Poggio, in collaborazione con il Centro Diurno per disabili L’Ottavo Giorno, ha intrapreso un viaggio straordinario nel mondo dell’educazione museale inclusiva. Questo progetto innovativo si è concentrato sull’offrire esperienze culturali significative a persone con disabilità cognitive e fisiche, dimostrando che la cultura può e deve essere accessibile a tutti.
Il cuore di questa iniziativa risiede nell’approccio multisensoriale. Ogni anno, dall’autunno alla primavera, il progetto ha esplorato temi diversi, spaziando dalle scienze, agli artisti che hanno fatto della loro disabilità un punto di forza, dalle piante ai fossili. La peculiarità di questi incontri è stata la costante ricerca di forme di comunicazione e sperimentazione che coinvolgessero tutti i sensi.
Le attività proposte hanno abbracciato un ampio spettro di esperienze: dalla manualità all’ascolto, dall’osservazione all’olfatto, fino al gusto. Questo approccio ha permesso ai partecipanti di accedere alla conoscenza attraverso canali alternativi, superando le barriere tradizionali dell’apprendimento.
I risultati ottenuti sono stati nientemeno che eccezionali. Persone che inizialmente mostravano resistenza alla partecipazione si sono trasformate in entusiasti pionieri di nuove esperienze. Un esempio toccante è quello di Simona, una partecipante con disabilità cognitiva. All’inizio del percorso, Simona si teneva a distanza, evitando il coinvolgimento. Con il tempo, è diventata la prima a voler partecipare alle attività, arrivando persino ad abbracciare l’operatrice durante l’ultimo incontro – un gesto che parla più di mille parole.
Anche per chi affronta sfide fisiche severe, il progetto ha aperto nuove possibilità. Giuseppe, con disabilità fisica e cognitiva grave, è riuscito a interagire con i materiali proposti usando solo un dito, comunicando chiaramente le sue preferenze all’operatrice.
Il percorso non è stato privo di ostacoli. La sfida più grande è stata quella di guadagnare la fiducia dei partecipanti, un elemento essenziale per creare quell’atmosfera di benessere che era l’obiettivo primario del progetto. L’educatrice museale ha giocato un ruolo cruciale in questo processo, sviluppando nel tempo un legame profondo con i partecipanti. I momenti di saluto alla fine di ogni ciclo si sono trasformati in occasioni cariche di emozione, testimoniando il valore delle relazioni umane costruite attraverso queste esperienze condivise.
Questo progetto sottolinea l’importanza cruciale dell’inclusività nei musei. L’educazione museale inclusiva non è solo un modo per rendere la cultura accessibile a tutti, ma è anche un potente strumento per promuovere il benessere, l’autostima e l’integrazione sociale. Attraverso esperienze multisensoriali, i musei possono diventare spazi di crescita personale, di scoperta e di gioia per tutti, indipendentemente dalle abilità individuali.
Il successo di questa iniziativa ha gettato le basi per il futuro. L’Accademia Valdarnese del Poggio prevede di continuare e ampliare i progetti educativi speciali, con l’obiettivo di permettere a un numero sempre maggiore di persone di accedere non solo alla cultura museale, ma a un’esperienza di vita arricchente e trasformativa.
In conclusione, questa esperienza dimostra che quando i musei abbracciano veramente l’inclusività, diventano non solo custodi di conoscenza, ma anche catalizzatori di cambiamento sociale, creando ponti tra diverse abilità e arricchendo la vita di tutti coloro che vi partecipano.
Paola Piani
Segreteria e servizi educativi