Un eclettico animatore di cultura nel Valdarno tra Otto e Novecento
La storia culturale del Valdarno Superiore è fatta di grandi figure di intellettuali come Poggio Bracciolini e Marsilio Ficino, artisti come Masaccio o Francesco Mochi, o nel Novecento di studiosi come Isidoro Del Lungo che hanno lasciato il segno nella cultura nazionale; è fatta però anche di figure meno note, che non hanno lasciato tracce memorabili di creazioni o ricerche consegnate alla grande storia, ma hanno lavorato con intelligenza e rigore, costruendo un tessuto di formazione, di conoscenza e di diffusione della cultura. È sicuramente questo il caso di Ruggero Berlingozzi.
Nato nel 1851 da una famiglia molto modesta di Montevarchi, Berlingozzi poté condurre gli studi grazie al sostegno dell’abate Pietro Cilembrini, protagonista della vita intellettuale dell’Accademia a metà ottocento: proprio per interessamento di Cilembrini entrò anche negli organi dell’istituzione, di cui fu per moltissimi anni segretario e bibliotecario: in un periodo nel quale l’istituzione era presieduta da accademici che vivevano lontano da Montevarchi (tra tutti il grande geologo e paleontologo Giovanni Capellini o lo stesso Isodoro Del Lungo), la figura del segretario era per molti versi il protagonista della vita quotidiana dell’istituzione, come ben testimonia l’imponente carteggio conservato nell’archivio accademico. Berlingozzi contribuì per parte sua ad accrescere la produzione scientifica dell’Accademia, in particolare nell’ambito della ricerca storico-erudita, alla quale diede molti contributi specialmente attraverso le Memorie Valdarnesi, la rivista del sodalizio intellettuale valdarnese che proprio per il suo impegno aveva ripreso regolarmente le sue pubblicazioni. Berlingozzi restava però innanzitutto un insegnante: fin da giovane aveva insegnato matematica alla Scuola Tecnica di indirizzo agrario “Raffaello Magiotti” di Montevarchi, della quale divenne poi Direttore, e a cui guadagnò l’ambita parificazione per decreto ministeriale nel 1899.
Nel pieno della sua attività come docente cadde l’evento della Grande Guerra, con tutto il suo carico di mobilitazione materiale e ideale. Nel contesto del conflitto europeo il docente valdarnese ebbe l’intuizione della necessità di un foglio di informazione locale, che tenesse il contatto tra i soldati al fronte e le famiglie a casa: nacque così il quindicinale “La Sementa”, nel quale Berlingozzi interpretò, in una prospettiva di nazionalismo e di cattolicesimo moderato, il coinvolgimento dell’impresa della Guerra, pubblicando racconti, proclami, appelli e comunicazioni diverse nei difficili mesi tra 1916 e 1917. Era, quella delle idealità nazionali, anche la via attraverso la quale Berlingozzi fu attratto dai primi tempi del regime fascista, sebbene questa simpatia fosse interrotta dalla morte nel 1924. Più che una scelta politica, però, la dedizione che il segretario accademico profuse nella causa della Grande Guerra era soprattutto il segno di una passione civile, declinata a servizio di quella che ritenne la missione dell’insegnante verso le giovani generazioni: per certi versi questo impegno gli fu idealmente ripagato, a molti anni dalla morte, dai suoi eredi nella scuola Magiotti, che nel 1949 diedero alle stampe una sorta di numero unico della Sementa, a ricordo dell’opera benemerita del fondatore nel cinquantenario della ‘parificazione’ della scuola.
Le attività culturali Berlingozzi si svilupparono però soprattutto sotto il segno dell’eclettismo, dell’interesse e la curiosità per tutti gli ambiti del sapere, non solo umanistici. Alla sua curiosità per le scienze, che erano anche la disciplina del suo insegnamento, si può attribuire l’iniziativa di tenere, con grande precisione e regolarità, un puntuale registro di osservazioni metereologiche, che ancora oggi si conservano manoscritte nell’archivio dell’Accademia e consentono un’analisi accuratissima del clima nel Valdarno dal 1880 al primo quarto del Novecento.
A ricostruire la multiforme attività culturale di Berlingozzi è dedicata la Mostra documentaria e artistica in corso nelle sale dell’Accademia: insieme ad una ampissima scelta delle sue pubblicazioni, sono esposte immagini d’epoca e alcuni volumi a stampa con dedica autografa di autori contemporanei, che nell’inviare la propria opera in omaggio alla biblioteca non mancavano di richiamare con amicizia e gratitudine l’opera dell’appassionato bibliotecario. Alla galleria di immagini si aggiunge anche il piccolo, elegante ritratto in bronzo a figura intera che Pietro Guerri dedicò al Berlingozzi ormai anziano.
Lorenzo Tanzini
Presidente dell'Accademia Valdarnese del Poggio