Giovanni Magherini Graziani

Un intellettuale tra Valdarno, Valtiberina e fortuna internazionale a cent’anni dalla morte

Nel 2024 ricorrono cento anni dalla sua morte, ma non molti si ricordano oggi di Giovanni Magherini Graziani, anche nel Valdarno. Eppure a lui è intitolata una delle vie centrali di Figline Valdarno, e la sua biografia ha avuto molti legami con uno dei luoghi più caratteristici della città, la ‘Casa grande’ dei Serristori.

Per riscoprire questa importante figura di letterato e studioso, il cui nome è stato a lungo molto noto tra i cultori di letteratura e soprattutto di storia dell’arte, ben al di là del circuito valdarnese, il modo migliore è forse la visita della Villa di Poggitazzi, sulle colline che dominano il Valdarno dalla strada Setteponti, poco lontano da Terranuova Bracciolini. Oggi sede di una fiorente azienda agricola, la Villa e il suo giardino portano ancora i segni della proprietà della famiglia di Magherini Graziani e soprattutto quelli della moglie, la contessa Maddalena. Si tratta di una storia davvero singolare.

Giovanni Magherini, nato nel 1852, era il figlio di un fattore della grande proprietà Serristori, la famiglia patrizia tra le più importanti della Toscana dell’Ottocento.

Giovane di grandi doti e intelligenza, ma privo di una vera e propria formazione accademica di alto livello, Giovanni sposò una fanciulla nobile, che per una serie di vicende aveva ereditato i titoli di due famiglie importanti il cui nome si sarebbe estinto con lei: i fiorentini Libri, già legati a Figline dove una via è loro dedicata proprio accanto al palazzo comunale, e proprietari della Villa di Poggitazzi, la cui cappella porta ancor oggi i segni del patronato familiare, e i Graziani, una schiatta aristocratica con grandi proprietà in particolare a Città di Castello.

Giovanni, che dopo il matrimonio unì al proprio nome quello dei conti Graziani, ebbe così modo di amministrare un vasto patrimonio che univa ville e poderi tra la Valtiberina, il Valdarno e la costa tirrenica, dove si trovava la villa di famiglia di Vada. Poté così dedicare gran parte del suo tempo agli amati studi letterari e in particolare alla storia dell’arte: nel giro di alcuni decenni pubblicò varie monografie su Masaccio, su Raffaello e soprattutto sul patrimonio artistico della sua terra d’adozione, Città di Castello: la sua Storia di Città di Castello in tre volumi, e ancora più la sua Storia artistica di città di Castello, con il prezioso volume di tavole illustrate, sono ancora oggi un punto di riferimento irrinunciabile per chi si cimenta negli studi sul centro tifernate. Così come lo sono i suoi studi sulla storia della fattoria Serristori, luogo a cui lo legavano gli affetti familiari più cari Accanto alla storia dell’arte, Magherini Graziani manifestò presto anche un talento di narratore: Nel 1894 aveva fatto rappresentare una commedia, “Chi stuzzica il can che giace”, mentre nel 1910 uscì il suo fortunato libretto dal titolo Valdarno, con una selezione di racconti e storie ambientate nella sua terra d’origine. Già nel 1886 aveva però pubblicato una raccolta di novelle valdarnesi. La particolarità di quei testi, che potrebbero apparire convenzionali bozzetti d’ambientazione rurale, stava nel genere letterario, che anticipava in qualche modo la letteratura horror: attingendo ai caratteri più paurosi dei racconti popolari, forse ispirati anche alle storie accanto al focolare della tradizione locale, Magherini Graziani diffuse così un tipo di racconto della paura che avrebbe molto incuriosito i lettori del suo tempo. Tradotti in francese per interessamento di un intellettuale amico, Henry Cochin, con il titolo evocativo Le diable e le illustrazioni di F. Fabbi, i racconti horror di Magherini fecero letteralmente il giro del mondo.

In occasione del centenario della morte l’Accademia del Poggio ha dedicato a Magherini Graziani una piccola mostra bibliografica nelle sale del Museo Paleontologico, che raccoglie alcuni esempi della sua produzione e della sua fortuna. Un’occasione in più per riscoprire un personaggio affascinante della storia della cultura del Valdarno.

Lorenzo Tanzini

Lorenzo Tanzini

Presidente dell'Accademia Valdarnese del Poggio

Condividi:

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp

Post correlati

Giovanni Magherini Graziani

Un intellettuale tra Valdarno, Valtiberina e fortuna internazionale a cent’anni dalla morte Nel 2024 ricorrono cento anni dalla sua morte, ma non molti si ricordano

Museo Paleontologico Montevarchi

Via Poggio Bracciolini, 36/40
52025 Montevarchi (AR)
Tel: +39 055/981227 – 055/981812
paleo@accademiadelpoggio.it

Vai al sito:

In collaborazione con:

Comune di Montevarchi

Sponsor: