“La tua mente è la tua casa. La tua mente è la tua prigione”
La mostra che il Sistema Museale del Valdarno ha promosso in occasione della Festa della Toscana 2024 ha certamente un titolo sorprendente, se accostiamo l’idea di mente e museo. In realtà il paragone non tarda a svelarsi. La mente è comfort, rassicura, contiene, narra, custodisce, accoglie, elabora; e per fare questo, in parte deve circoscriversi. Ecco che la mente è anche gabbia, restrizione, protezione, fino anche trasformare un limite necessario in limite claustrofobico. La prigione.
E non sono così, forse, anche i musei? Non corrono lo stesso rischio?
I musei custodiscono, tramandano, curano e conservano, interpretano ed elaborano, come anche le menti. E per fare questo, anche i musei in parte devono circoscriversi, e quindi individuare limiti: può avvenire nelle interpretazioni dei significati di ciò che siamo chiamati a custodire, oppure nell’accesso a un patrimonio che invece è di tutti e per tutti, oppure ancora a causa delle banalissime, diffuse, scontate, difficoltà economiche che affliggono le istituzioni culturali italiane. I dibattiti in ambito museale degli ultimi anni fortunatamente hanno contribuito a scrostare di molto, dall’anima e dall’immagine dei musei, la consuetudine a chiudersi in nome della tutela del patrimonio culturale.
Abbiamo capito che ci si può aprire senza pericoli, che il patrimonio culturale e scientifico ha ragione d’essere solo grazie alla connessione con la comunità. E che per favorirla bisogna uscire dalle sale espositive, andare verso. Ma per aprirsi alla comunità ci vuole innanzitutto disponibilità mentale ed energetica, perché la comunità è indefinibile, è eterogenea, infinitamente biodiversa. Significa durare fatica, avere umiltà, riconoscere diritti, osservare, perseguire una visione di mondo in cui i cittadini crescono grazie al patrimonio culturale che appartiene a tutti, che ci narra la nostra storia e ci indica che strada seguire. Tramandare non solo custodendo; piuttosto reinterpretando e dialogando, vivendo, in un’apertura in cui il limite, se c’è, deve essere costruttivo.
E allora la mostra di Nicolas Ballario per il Sistema è davvero un dialogo.
Il concetto che il critico d’arte ha proposto ai sette musei che costituiscono il Sistema Museale del Valdarno è certamente inedito, innovativo e provocatorio. La mostra coinvolge importanti artisti internazionali, artisticamente e generazionalmente anche molto diversi, in dialogo con le collezioni dei sette musei del Valdarno, presentandosi come una vera e propria mostra diffusa. Ogni museo accoglie una o più opere di uno o più artisti.
Sculture, fotografie, installazioni, ci interrogano, ci emozionano, ci divertono, ci sorprendono, con ironia, provocazione e profondità, stimolando riflessione e senso critico.
Per il Sistema Museale del Valdarno la mostra è l’occasione perché i sette musei che lo costituiscono sviluppino un’ulteriore connessione: le narrazioni si integrano e i cittadini sono invitati a toccare tutte le tappe della mostra visitando tutti e sette i musei, in un concreto percorso diffuso.
La mostra è visitabile fino al 30 marzo 2025 (articolo dedicato alla mostra).
Nell’immagine di copertina: foto di Nicola D’Errico / Studio Cucù Milano

Elena Facchino
Direttrice del Museo Paleontologico